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Il comitato nasce a seguito della minaccia di un ritorno al nucleare resa effettiva dalla Legge Sviluppo “ Le grandi riforme per rilanciare l’economia del paese” approvata in Luglio 2009 dal Governo. Il vecchio piano CNEN risalente agli anni 80’ prevedeva un sito nucleare a Legnago in località Torretta, e ad oggi mancando una definitiva localizzazione degli impianti, quel piano ritorna tristemente alla ribalta. Ad aggravare quest’ipotesi dobbiamo anche registrare l’intervento del Presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan che ha manifestato quest’estate la disponibilità ad accoglierne una nella nostra Regione. Il comitato si pone come mezzo di contrasto a questa scelta, nel nostro territorio e in tutto il territorio nazionale ribadendo l’importanza di investire nel risparmio energetico, nell’efficienza energetica e nelle fonti di energia rinnovabile in linea con altri paesi europei

mercoledì 20 gennaio 2010

Il WWF e la centrale del Garigliano

8 gennaio 2010 - Il Wwf: leucemie e malformazioni, la centrale del Garigliano va smantellata

La centrale nucleare del Garigliano ha prodotto e produce contaminazione da materiale radioattivo, “malformazioni e i più elevati indici di leucemia d’Italia”. Lo denuncia il Wwf, alla vigilia del sit-in davanti alla centrale di Sessa Aurunca (Caserta) per dire ‘no’ al ritorno del nucleare. L’impianto venne costruito dalla Senn – Società elettronucleare nazionale, che la cedette a Enel nel 1965. Chiusa nel 1982, nel 1999 è passata da Enel a Sogin. Gli ambientalisti ricordano in una nota che “la centrale in oggetto è di tipo ‘Reattore ad acqua bollente (Bwr)’ di 160 MegaWatt, un modello superato già nel periodo di sua realizzazione”. I lavori per la realizzazione della centrale, rammenta l’associazione del Panda, iniziarono nel 1959 e finirono nel 1964 e “già nel 1963 si verificò il primo di una lunga serie di incidenti e/o malfunzionamenti più o meno gravi”. A detta del Wwf, “gli incidenti di rilievo furono 18 fino al 1982, ma solo nel novembre del 1980 ci fu la prima segnalazione ufficiale ai comuni limitrofi delle Province di Caserta e Latina”. In quell’occasione venne denunciato un incidente dovuto alle infiltrazioni di acqua di falda nei sotterranei della centrale dove c’erano i contenitori di stoccaggio delle resine provenienti dal sistema di purificazione delle acque del reattore della centrale. L’incidente, continua il Wwf, “provocò la fuoriuscita di ingenti quantità di materiale radioattivo (in particolare Cesio 137, Cesio 134 e cobalto 60)”. Qualche giorno dopo l’incidente “si registrò la morte di 25 bufale che avevano pascolato in aree sommerse dal fiume e la moria di grossi pesci lungo il tratto di mare dove sfocia il fiume Garigliano”. Il Wwf non ha dubbi: “Casi simili a questo sono innumerevoli”. Così come “sono innumerevoli i casi di malformazioni fetali di piante, animali ed esseri umani e di tumori ed altre patologie direttamente riconducibili all’inquinamento radioattivo, nella zona di Sessa Aurunca, Castelforte (Latina), Minturno (Latina) e gli altri comuni vicini”. Il Wwf chiede quindi alla Sogin – l’ente proprietario dell’impianto e che dovrebbe occuparsi della sua dismissione – di “rendere pubblici i dati attuali sulla presenza delle scorie radioattive stoccate presso la centrale, che fino a qualche anno fa, quando effettuammo la visita, erano ancora lì”. Inoltre si chiede di “procedere allo smantellamento della centrale non prima di aver attentamente ascoltato tutte le esigenze delle popolazioni locali che hanno il diritto di essere più che sicuri che tale impresa sia esente da qualsiasi rischio per la salute dell’essere umano, di tutte le altre forme di vita lì presenti e dell’ambiente”.

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