INFORMAZIONI SUL COMITATO

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Il comitato nasce a seguito della minaccia di un ritorno al nucleare resa effettiva dalla Legge Sviluppo “ Le grandi riforme per rilanciare l’economia del paese” approvata in Luglio 2009 dal Governo. Il vecchio piano CNEN risalente agli anni 80’ prevedeva un sito nucleare a Legnago in località Torretta, e ad oggi mancando una definitiva localizzazione degli impianti, quel piano ritorna tristemente alla ribalta. Ad aggravare quest’ipotesi dobbiamo anche registrare l’intervento del Presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan che ha manifestato quest’estate la disponibilità ad accoglierne una nella nostra Regione. Il comitato si pone come mezzo di contrasto a questa scelta, nel nostro territorio e in tutto il territorio nazionale ribadendo l’importanza di investire nel risparmio energetico, nell’efficienza energetica e nelle fonti di energia rinnovabile in linea con altri paesi europei

martedì 11 maggio 2010

Congresso della CGIL Nazionale

O.d.g.

Il Congresso della CGIL nazionale riunito a Rimini nei giorni 5-6-7-8 maggio 2010 esprime contrarietà alla scelta del Governo di riportare la produzione di energia nucleare in Italia.

Il Governo ha deciso ricorrendo al voto di fiducia, compiendo numerose forzature politiche ed istituzionali in sfregio alla volontà dei cittadini che con il referendum del 1987 avevano a larghissima maggioranza escluso questa opzione energetica.

La decisione del Governo è da respingere nettamente perché propone di utilizzare una tecnologia nucleare vecchia e superata, non risolve il delicatissimo problema dello smaltimento delle scorie radioattive, militarizza i luoghi ed i siti prescelti espropriando di fatto le comunità locali del loro diritto alla programmazione ed al governo del territorio, tanto da indurre molte Regioni a ricorrere alla Corte Costituzionale contro la Legge 99/2009.

La CGIL ritiene che vada avviata da subito una riconversione del modello energetico a partire dallo sviluppo delle fonti rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica utilizzando a questo fine i necessari investimenti per l’innovazione continuando la ricerca scientifica sul nucleare per consentire al Paese di mantenere il rapporto con la comunità scientifica internazionale.

La CGIL sostiene l’obiettivo europeo del 20-20-20, che consentirebbe di corrispondere al nostro fabbisogno energetico, con più rispetto per l’ambiente, diminuendo inoltre la nostra dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.

domenica 9 maggio 2010

UNA BANDIERA AD OGNI BALCONE

E' con piacere che il comitato da il via alla campagna: "UNA BANDIERA AD OGNI BALCONE - Esponi anche tu la bandiera antinucleare"
Un piccolo segno per dire no al nucleare e si alle rinnovabili. Per far capire a chi ci governa che il nucleare non lo vogliamo. E' un modo per esporre la propria idea. Per avere la bandiera basta solo versare un piccolo contributo (7 €, che verrà utilizzato dal comitato per ripagare le bandiere e per organizzare altri eventi per informare i cittadini su cosa significhi "energia nucleare"), potete contattarci scrivendo a: lp@vronline.it

Una testimonianza:
Stamattina a scuola (per chi non lo sa sono prof alle superiori) una studentessa di quinta mi avvicina:
'Prof, ieri sono passato davanti casa sua, ho visto la bandiera antinucleare, me ne porta una anche a me domani? Occorre avere aderito al Comitato per averla?'

'Certo che no, puoi aderire anche dopo, ti chiederò solo il contributo, OK?'
'Ok, prof, si ricordi eh?'

Domattina le porto un sacchetto con: 1. bandiera da appendere 2. Tre
autoadesivi del comitato 3. Due volantini che abbiamo prodotto finora.

Insomma, cosa aspettate a prendere la bandiera e ad appenderla anche voi?
Oltretutto ha resistito benissimo agli acquazzoni di questi giorni,
complimenti a chi l'ha ordinata e fatta...
Un sostenitore.


Esponi anche tu la bandiera contro il nucleare e invia le foto della bandiera esposta a lp@vronline.it e le pubblicheremo qui.

mercoledì 5 maggio 2010

Nucleare in difficoltà, rinnovabili volano.

Fonte: Qualenergia Gennaio - Febbraio 2010

E' vero, negli USA Obama ha messo a reso disponibili 8,3 miliardi di dollari come garanzie governative sui prestiti per la realizzazione di due nuove centrali atomiche. Lasciando perdere il come motivare questa scelta (in molti dicono che dal punto di vista politico sia stata fatta per ingraziarsi i senatori repubblicani e far così approvare la legge sul clima ), possiamo dire che dopo il 2007, erano state presentate 26 richieste di nuove centrali nucleari e 19 sono state già cancellate o posposte per gli alti costi.Per capirsi, se tutto andasse bene, nel 2017 avremmo due nuovi reattori in grado di sviluppare una quantità di elettricità inferiore a quella prodotta dai 10 GW eolici installati lo scorso anno negli U.S.A.
Inoltre, le garanzie offerte dal Governo americano non soddisfano l'intero costo dei nuovi reattori, quindi le compagnie elettriche tentano di aumentare le bollette come è successo in Georgia, Florida, Carolina del Sud e Texas. (Chiedetevi allora se veramente con il nucleare l'elettricità sarà meno costosa...).
Questi tentativi di aiuto al nucleare, come quelli forniti da Bush, risulteranno essere tardivi e poco efficaci, per una serie di motivi:
- lo sviluppo delle rinnovabili;
- il reattore EPR di Olkiluoto (come quelli che vogliono fare in Italia),che ha accumulato 3 anni di ritardo e un extraconto del 75%;
- problemi di sicurezza del reattore EPR;
- tra il 2007 e il 2009, in 2 anni, sono stati collegati alla rete nel mondo solo 3 GW nucleari e altrettanti sono stati disattivati;
- l'elettricità prodotta dagli impianti eolici e solari installati negli ultimi 3 anni, su scala mondiale, è stata 10 volte superiore a quella degli impianti nucleari realizzati nello stesso periodo.
Un altro problema non ancor arisolto sono i rifiuti altamente radioattivi. Per avere un'idea, negli U.S.A. ogni anno vengono prodotte 2000 tonnellate di scorie nucleari, che dopo l'abbandono del progetto Yucca Montain in Nevada, perchè considerato non sicuro da Obama e per il quale il Dipartimento dell'energia aveva lavorato a lungo e spendendo 10 miliardi di dollari, vengono stoccate nei reattori stessi.
Per chi parla di riprocessamento delle scorie, ricordiamo che negli Stati Uniti, questa opzione è stata scartata per evitare il rischio di sottrazione da parte di terroristi di materiali nucleari.
In Italia, la situazione è piuttosto confusa, in quanto il decreto sul rilancio del nucleare è stato pubbliccato sulla Gazzetta Ufficiale quais un mese dopo l'approvazione in Consiglio.Nonostante la scadenza fosse a metà dell oscorso novembre, non è ancora stato approvato lo statuto e nè sono stati indicati i vertici dell'Agenzia per la sicurezza nucleare.
Il sottosegretario Saglia afferma che "Siamo ancora convinti di poter coprire il 12 - 13% del mix con l'atomo nel 2020/2022, con effetti anche sulla bolletta.
A parte che credere che in così breve tempo si possano realizzare 4- 5 reattori, non è fattibile. Mentre per il fatto che ci saranno effetti sulla bolletta, visto le parole spese prima per gli U.S.A., non ci resta che dire che le bollete cresceranno per colpa del nucleare.

martedì 4 maggio 2010

SUSSIDI AL NUCLEARE

Fonte: Qualenergia - Gennaio Febbraio 2010

A nome del Governo il sottosegretario Saglia, ha tenuto a precisare che non saranno previsti sussidi al nucleare.
Il National Audit Office inglese, ente che controlla i conti pubblici, non è della stessa opinione, infatti, nel rapporto pubblicato a Gennaio riguardo la vendita di British Energy a EDF, si è analizzato anche la possibilità che EDF costruisca reattori senza ricevere sussidi di stato. Si è concluso che “ci vorranno molti anni per determinare se la vendita di British Energy porterà alla costruzione di nuove centrali nucleari senza sussidi pubblici”. Le stesse difficoltà sono la base dell’annuncio fatto dal ministro Millband.
Negli Stati Uniti, il presidente Obama, probabilmente nel tentativo di cercar maggior consenso, sta considerando l’ipotesi di triplicare i fondi per prestiti garantiti a tasso agevolato introdotti da Bush nel 2007. L’analisi finanziaria di Moody’s si concludeva nel 2008, affermando che con gli incentivi di Bush si potevano costruire soltanto una o due centrali.
Questi punti, insieme al post precedente denotano i limiti del progetto EPR, che si trova sempre più in difficoltà e sempre più oneroso, considerando anche il fatto che i sussidi statali sono fondamentali per la costruzione di questi reattori, naturalmente se i i sussidi vengono inoltrati al nucleare, difficilmente verranno dati anche alle rinnovabili, e se anche venissero offerti anche a quest’ultimi di certo sarebbero ritoccati verso il basso.
Ma allora che futuro ci aspetta con questi EPR? Con il nucleare? A voi la risposta

AREVA VERSO LO SMANTELLAMENTO

Fonte: Qualenergia - gennaio febbraio 2010

Mentre in Finlandia i francesi di Areva e in finlandesi della TVO si contestano le colpe della disastrosa opera di costruzione del reattore nucleare (lo stesso che vogliono costruire in Italia), con richieste miliardarie, in Francia i capi di EDF ed Areva sono stati convocati a rapporto dal ministro Fillon, a causa della gara d’appalto persa negli Emirati Arabi per la costruzione di 4 reattori nucleari. E’ curioso far notare che Enel presenta un costo a reattore pari a 4 – 4,5 miliardi di Euro, mentre i francesi ad Abu Dabhi parlano di 6 – 6,5 miliardi di Euro.
Il giornale The National (di Abu Dabhi) il 16 Gennaio spiega che il fiasco francese non solamente dovuto al prezzo più alto, ma anche all’andamento dei lavori in Finlandia… Il Financial Times del 15 Gennaio riporta che Areva sta considerando di proporre ai paesi che si avvicinano al nucleare la costruzione dei reattori di seconda generazione CPR 1000, che la Francia non costruisce più da 20 anni.
In un rapporto stimato da Citigroup per valutare i costi del nucleare nel mercato inglese e pubblicato a novembre, si nota che la cifra offerta per gli appalti negli Emirati Arabi è superiore alla prima. Il rapporto dice che, perché il nucleare sia remunerativo in quel Paese , il prezzo dell’elettricità deve essere pari a 65 – 70 € a MWh, Saglia annuncia che in Italia col nucleare il costo dell’energia sarà di 40 € a MWh, a questo punto viene da chiedere se Saglia crede ai conti di Enel presentati durante le conferenze stampa o a quelli che l’industria francese presenta per le gare d’appalto.
Secondo fonti di stampa francesi, Areva sarebbe per essere smantellata, questo sarebbe la certificazione del fallimento del progetto EPR (gli stessi reattori che vogliono piantare in Italia), visto i termini in cui è stato proposto (3 miliardi costo , 48 mesi per la costruzione e sicurezza assoluta) si può dire già fallito: altre ai ritardi finlandesi, anche per Flamanville aumentano le voci di un ritardo di ulteriori 2 anni.
Tanto per fare mente locale, si ricorda che nel gennaio 2009 Siemens cede la loro quota di Areva NP (pari al 34%), forse il colosso statunitense ci ha visto lontano???
Ultimo dubbio riguardo il progetto EPR è il rapporto dell’Agenzia di sicurezza inglese HSE, di aggiornamento sul processo autorizzativo dell’EPR nel Regno Unito, sarà da accertare se saranno stati superati i problemi emersi sul sistema di controllo d’emergenza e se saranno state date le informazioni per valutare la tenuta del guscio di contenimento in caso d’incidente aereo.