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Il comitato nasce a seguito della minaccia di un ritorno al nucleare resa effettiva dalla Legge Sviluppo “ Le grandi riforme per rilanciare l’economia del paese” approvata in Luglio 2009 dal Governo. Il vecchio piano CNEN risalente agli anni 80’ prevedeva un sito nucleare a Legnago in località Torretta, e ad oggi mancando una definitiva localizzazione degli impianti, quel piano ritorna tristemente alla ribalta. Ad aggravare quest’ipotesi dobbiamo anche registrare l’intervento del Presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan che ha manifestato quest’estate la disponibilità ad accoglierne una nella nostra Regione. Il comitato si pone come mezzo di contrasto a questa scelta, nel nostro territorio e in tutto il territorio nazionale ribadendo l’importanza di investire nel risparmio energetico, nell’efficienza energetica e nelle fonti di energia rinnovabile in linea con altri paesi europei

lunedì 11 gennaio 2010

“Nucleare, ecco il decreto sui siti cinque zone in pole per le centrali”

di Luca Iezzi – da La Repubblica 22/12/09
Ai Comuni che accettano 20 milioni l´anno di compensazione.

Quattro reattori da mettere in cantiere entro il 2020 e poi altri 4-6 impianti successivi. L´articolato sarà sottoposto al Parlamento e alla conferenza Stato-Regioni.

ROMA Coinvolgere gli enti locali e dargli tanti soldi. Il governo punta su queste due armi per convincere i Comuni ad accettare una centrale nucleare. Il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha annunciato che oggi porterà in Consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo coi criteri di localizzazione e le compensazioni per i siti dove nasceranno le centrali nucleari.Non ci saranno nomi, ma si darà mandato all´Agenzia per la sicurezza nucleare a definire le zone “eleggibili”: da questi elementi sembrerebbero emergere cinque siti candidati (Montalto di castro, Rovigo, Caorso, Trino Vercellese e Termoli). In particolare sono definiti quattro passi che porteranno alla posa della prima pietra attesa per il 2013. Il governo nei prossimi mesi definisca il suo piano nucleare in un “libro bianco” in cui metterà per iscritto i propri obiettivi, già annunciati più volte dal ministro: 4 reattori da mettere in costruzione entro il 2020 e poi altri 4-6 (dipenderà dalla grandezza) per arrivare ad una capacità installata di 13 mila Mw, cioè una dotazione in grado di soddisfare il 25% del fabbisogno nazionale. Per definire queste “macroaree” l´agenzia si rifarà ai criteri internazionali decisi dalla Aiea e dall´Ocse che definiscono i limiti minimi dal punto di vista della sismicità e della stabilità idrogeologica (rischio di alluvioni e frane). Inoltre l´Agenzia farà una Valutazione Ambientale Strategica che tenga anche conto delle necessità “tecniche” di queste installazioni, su tutte la grande disponibilità di acqua. All´interno di queste aree gli operatori individueranno il sito, e lo sottoporranno di nuovo all´Agenzia e a una Conferenza Unificata (Stato, Regioni, Province e Comuni).A quel punto partirà il normale processo di autorizzazione, con una Valutazione d´impatto ambientale in cui sarà necessario ancora l´accordo degli enti locali coinvolti. Per vincere le resistenze la bozza di decreto prevede compensazioni molto generose: contributo una tantum in fase di costruzione dell´impianto (circa 30 milioni di euro per reattore, ovvero 6 milioni all´anno per 5 anni) divisi tra imprese, residenti casse del Comune ospite e, in proporzioni decrescenti, dei comuni attigui. Il prezzo dell´elettricità sarà fisso a 0,3 euro per MWh (ossia circa 4 milioni all´anno) per un minimo 60 anni; infine la centrale pagherà 13 milioni di euro di Ici all´anno. Insomma, una compensazione da 20 milioni l´anno per ogni Comune coinvolto.Il governo non ha ancora istituito l´Agenzia, che secondo la legge sarebbe dovuta arrivare prima del decreto sulla localizzazione. Le nomine dei vertici sono ancora bloccate dai veti incrociati e per non far scadere la delega il governo ha deciso di invertire le scadenze. Dopo la prima lettura in Consiglio il decreto andrà alle commissioni parlamentari e alla conferenza Stato -Regioni.Per le società, su tutte la joint-venture Enel-Edf, significa stringere il cerchio sui possibili siti; il riferimento ai criteri più moderni dell´Aiea e dell´Ocse e l´obbligo di adottare i reattori di terza generazione (Epr, Ap1000, Abwr) esclude alcuni Comuni che già hanno ospitato centrali nucleari nel passato come Latina o Garigliano. Tra i vecchi siti potrebbero rimanere in corsa solo Trino Vercellese e Caorso. Più probabilmente le attenzioni degli operatori si concentreranno su Montalto di Castro, già di proprietà dell´Enel, e sulla fascia costiera del Sud del Veneto in provincia di Rovigo, in entrambi i luoghi sarebbe possibile costruire due reattori. Appena dietro questi siti possibili, c´è Termoli (Molise), anche se inserito nel gruppo di macroaree sfavorite da considerazioni tecnico-economiche.Infine nel decreto si parlerà anche del deposito delle scorie nucleari, sia nuove che vecchie: in questo caso, sarà ufficializzata la decisione di non cercare più un deposito definitivo (sottoterra), ma uno provvisorio di superficie in grado di stoccarle per diverse decine di anni.La Repubblica 22.12.09

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