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Il comitato nasce a seguito della minaccia di un ritorno al nucleare resa effettiva dalla Legge Sviluppo “ Le grandi riforme per rilanciare l’economia del paese” approvata in Luglio 2009 dal Governo. Il vecchio piano CNEN risalente agli anni 80’ prevedeva un sito nucleare a Legnago in località Torretta, e ad oggi mancando una definitiva localizzazione degli impianti, quel piano ritorna tristemente alla ribalta. Ad aggravare quest’ipotesi dobbiamo anche registrare l’intervento del Presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan che ha manifestato quest’estate la disponibilità ad accoglierne una nella nostra Regione. Il comitato si pone come mezzo di contrasto a questa scelta, nel nostro territorio e in tutto il territorio nazionale ribadendo l’importanza di investire nel risparmio energetico, nell’efficienza energetica e nelle fonti di energia rinnovabile in linea con altri paesi europei

lunedì 25 gennaio 2010

Veneto e nucleare.

Nucleare, Bortoluzzi: Dalle parole di Zaia ai fatti: il Veneto inserisca la norma AntiNucleare nella finanziaria regionale, motivando con l'enorme spreco di denaro pubblico che ne deRIVA – 4 gennaio 2010 - dal sito www.radicali.it

La Regione Campania e la Puglia hanno inserito nel loro quadro normativo Leggi che di fatto bloccano, a diverso titolo, la possibilità di costruire centrali nucleari nei loro territori. Il Veneto, ad oggi, non ha fatto nulla in questo senso e rischia "di restare la Regione che si affaccia al mare con il cerino in mano". Le nuove centrali, infatti, hanno bisogno di tanta acqua per il raffreddamento dei reattori, tanta che le Regioni maggiormente indiziate sono certamente quelle con affaccio diretto sul mare e, magari un concomitante corso d'acqua. "Il Veneto - spiega Bortoluzzi, che ha convocato con Emma Bonino gli stati Generali sul Nucleare a Padova il 30 e 31 gennaio - rischia di fare la fine di sempre, in barba al federalismo e al "padroni a casa nostra" che ci vogliono far credere sarà: diventare la pattumiera nucleare d'Italia perché i nostri governanti o candidati tali dichiarano la loro avversità per prendere voti, ma non promuovono iniziative legislative adeguate a lasciare i cittadini veneti tranquilli". Il nostro approccio, continua - non è ideologico. Noi sosteniamo infatti che il nucleare sia tecnologia vecchia e che non conviene. Tra 10 anni, o 20 con i ritardi di costruzione che si sono manifestati anche in Francia, le centrali saranno più antiche che le centrali a carburanti fossili oggi, e - soprattutto - crediamo che tutte le regioni debbano partire dalla stessa base, mentre in Italia c'è già chi, per certo, sta iniziando a dire no.

Da qui l'appello al Centro Sinistra Veneto: "Propongo all'opposizione di concentrare le forze su questa richiesta durante l'approvazione della finanziaria del Veneto. Per una volta, data la particolare situazione, chiedo a tutti di uscire dal rapporto contrattuale con la maggioranza e di far comprendere ai cittadini che un'opposizione vera, seria, che ha motivazioni profonde e forza per portarle avanti esiste a questo dilagare populista che vota a Roma per il Nucleare, promette ai Veneti che non sarà a casa loro, ma non promulga Leggi adeguate a mantenere queste promesse, lasciando che oggi il Veneto sia l'indiziato numero uno per la costruzione di una centrale".

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