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Il comitato nasce a seguito della minaccia di un ritorno al nucleare resa effettiva dalla Legge Sviluppo “ Le grandi riforme per rilanciare l’economia del paese” approvata in Luglio 2009 dal Governo. Il vecchio piano CNEN risalente agli anni 80’ prevedeva un sito nucleare a Legnago in località Torretta, e ad oggi mancando una definitiva localizzazione degli impianti, quel piano ritorna tristemente alla ribalta. Ad aggravare quest’ipotesi dobbiamo anche registrare l’intervento del Presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan che ha manifestato quest’estate la disponibilità ad accoglierne una nella nostra Regione. Il comitato si pone come mezzo di contrasto a questa scelta, nel nostro territorio e in tutto il territorio nazionale ribadendo l’importanza di investire nel risparmio energetico, nell’efficienza energetica e nelle fonti di energia rinnovabile in linea con altri paesi europei

mercoledì 3 febbraio 2010

Dal Consiglio veneto sì a centrali nucleari
ENERGIA. Dibattito e polemiche. Scontro con il Pd, la Lega si astiene

3/2/2009


Bocciata in aula la richiesta dell'opposizione di dire «no» a impianti atomici nella nostra regione Una centrale nucleare
Con 16 voti a favore (il centrosinistra), 24 contrari (il centrodestra) e 7 astenuti (i consiglieri della Lega) l'aula di palazzo Ferro-Fini ha bocciato la richiesta delle opposizioni di dire "no" ad impianti nucleari in Veneto.
Il tema del nucleare, proposto da 11 emendamenti presentati dal centrosinistra sulla manovra finanziaria in discussione in Consiglio regionale, ha impegnato buona parte dei lavori d'aula del pomeriggio dell'assemblea regionale. Gli esponenti del centrosinistra, attraverso la proposta di aggiungere un articolo aggiuntivo alla legge finanziaria che preveda nuove «disposizioni in materia di energia», hanno tentato di far affermare dall'aula consiliare il principio che il territorio della regione Veneto «è precluso all'installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi», in considerazione «dell'elevato tasso di antropizzazione, del rischio sismico e idrogeologico, dell'antieconomicità e dei margini di rischio connessi all'uso di reattori nucleari di terza generazione».
«Il Veneto è tutta zona sismica - ha spiegato il capogruppo del Pd Giovanni Gallo - come potrebbe ospitare una delle 4 centrali nucleari previste dal governo Berlusconi? Chiediamo che i cittadini veneti possano pronunciarsi e decidere del proprio futuro. In particolare chiediamo che la Lega e tutte le forze politiche si pronuncino chiaramente, senza ipocrisie e senza ambiguità».
Gli esponenti del centrosinistra si sono alternati a più voci nell'elencare tutte le ragioni di contrarietà ad un eventuale impianto nucleare nel Veneto, sottolineando l'antieconomicità dell'investimento (Nicola Atalmi, Pdci), il crescente costo dell'uranio (Andrea Causin, Pd), la vocazione turistica del territorio veneto e in particolare delle sue coste balneari (Lucio Tiozzo, Pd), i rischi delle tecnologie di terza generazione adottate e ormai obsolete (Gianfranco Bettin, Verdi), l'autosufficienza energetica del Veneto che non ha bisogno di impianti nucleari (Carlo Covi, gruppo misto), le contraddizioni di una Giunta che si pronuncia, assente la Lega, a favore del nucleare senza dotarsi prima del necessario piano energetico regionale (Pietrangelo Pettenò, Rc).
La maggioranza, da parte sua, ha respinto la sequenza di emendamenti del centrosinistra, dividendosi tra la posizione ribadita a nome dell'esecutivo dall'assessore Renzo Marangon (Pdl) che ha scandito in aula «questa Giunta è favorevole al nucleare e quella che verrà (Zaia è contrario al nucleare in Veneto - ndr) dovrà fare i conti con una fortissima parte della maggioranza che è favorevole all'energia proveniente dall'atomo», e quella espressa dal capogruppo della Lega Roberto Ciambetti che nel criticare la strumentalità dell'emendamento delle opposizioni ha affermato che il partito del Carroccio è favorevole alla scelta nucleare ma ritiene che il Veneto, grazie alla centrale riconvertita di Porto Tolle, a quella di Loreo e agli impianti in via di autorizzazione, sarà ampiamente autosufficiente dal punto di vista energetico. «E' antieconomico e illogico costruire una centrale nucleare in Veneto - ha spiegato Ciambetti - per poi trasportare altrove l'energia prodotta disperdendone così parte nelle reti distributive».
«Preferisco e apprezzo la chiarezza della posizione assunta da Marangon - ha commentato Bettin - rispetto a quella dei 'fighetti' della Lega, come il candidato governatore Luca Zaia, che si dicono favorevoli al nucleare purché gli impianti siano realizzati altrove».
Per Gallo il voto diversificato espresso dalla maggioranza evidenzia ancora una volta «l'ambiguità della Lega» e l'«assenza di una posizione unitaria della Giunta. I voti di astensione valgono comunque come voti contrari - ha aggiunto - quindi prendiamo atto che in Veneto la Lega come il Pdl sono a favore del nucleare».

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