INFORMAZIONI SUL COMITATO

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Il comitato nasce a seguito della minaccia di un ritorno al nucleare resa effettiva dalla Legge Sviluppo “ Le grandi riforme per rilanciare l’economia del paese” approvata in Luglio 2009 dal Governo. Il vecchio piano CNEN risalente agli anni 80’ prevedeva un sito nucleare a Legnago in località Torretta, e ad oggi mancando una definitiva localizzazione degli impianti, quel piano ritorna tristemente alla ribalta. Ad aggravare quest’ipotesi dobbiamo anche registrare l’intervento del Presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan che ha manifestato quest’estate la disponibilità ad accoglierne una nella nostra Regione. Il comitato si pone come mezzo di contrasto a questa scelta, nel nostro territorio e in tutto il territorio nazionale ribadendo l’importanza di investire nel risparmio energetico, nell’efficienza energetica e nelle fonti di energia rinnovabile in linea con altri paesi europei

lunedì 22 febbraio 2010


Ecco un efficace sintesi dell'incontro di Sabato 20 Febbraio tratto da www.movetico.org


Nucleare a Legnago? è l’eloquente titolo dell’incontro dibattito (gran folla di gente, ndr) organizzato sabato scorso dal comitato antinucleare di Legnago e basso veronese che aveva invitato i candidati alla presidenza della regione Veneto affinché rispondessero a vari quesiti sull’argomento. L’iniziativa si colloca nell’ambito dell’attività del comitato, nato a seguito della minaccia di un ritorno al nucleare, resa effettiva dalla legge sviluppo “Le grandi riforme per rilanciare l’economia del paese” approvata in luglio scorso dal governo. Il vecchio piano Cnen risalente agli anni 80’, prevedeva un sito nucleare a Legnago in località Torretta e ad oggi, mancando una definitiva localizzazione degli impianti, quel piano ritorna alla ribalta. Ad aggravare l’ipotesi della costruzione di una centrale, l’intervento quest’estate del presidente della regione Veneto Giancarlo Galan che ha manifestato la disponibilità ad accoglierne una. Il comitato si pone come mezzo di contrasto a questa scelta, ribadendo l’importanza di investire nel risparmio ed efficienza energetica e fonti di energia rinnovabile.
Erano presenti anche Fabio Salviato presidente di Banca Etica e del Movimento Etico Solidale, tra i fondatori della lista Idea e il candidato nella lista veronese Federico Carazzolo. Tra i vari esponenti politici: Gianluca Panto (Pnv/Pne), Silvano Polo (partito dei Veneti), Franco Bonfante in sostituzione di Giuseppe Bortolussi (guarda il video delle risposte) (Pd – Centro sinistra) Ber, Gianni Bengiolini (lista civica a 5 stelle) al posto di Davide Borrelli. Antonio De Poli (Udc) che ha inviato risposte scritte era rappresentato inizialmente da Stefano Valdegamberi assessore regionale che poi è dovuto scappare a Verona per raggiungere “il suo capo” Casini. Grande assente Luca Zaia (Lega Nord – Partito delle Libertà) attuale ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Moderatore Giovanni Trevisan.

Nell’introduzione il presidente Lino Peronato ha citato un frase di Salviato ormai diventata celebre: “Se i 3 milioni di persone che hanno esposto la bandiera della pace installassero sulle loro case pannelli fotovoltaici produrrebbero un energia equivalente a sei centrali nucleari”. Ha esposto di seguito le motivazioni della contrarietà al nucleare, problema smaltimento scorie radioattive, danni alla salute, proponendo come soluzione l’utilizzo delle rinnovabili. “E’ giunto il tempo che i cittadini prendano in mano il loro destino –ha dichiarato – non votiamo chi è favorevole al nucleare o è ambiguo”.
Stefano Ciafani di Legambiente ha esposto una relazione scientifica dove ha sbugiardato molti luoghi comuni. La tecnologia nucleare è antieconomica ciò confermato dagli studi del politecnico di Boston, inquinante, vecchia e costosa. 436 sono nel mondo gli impianti attivi, 53 quelli in costruzione e di questi 37 tra Cina, Russia, India e Corea del Nord paesi che non hanno il mercato elettrico libero e non sono di certo democratici. Anche la cancelliera tedesca Merkel ha affermato che il nucleare è una tecnologia ponte verso la Germania delle rinnovabili, infatti la politica dei teutonici è allungare la vita delle vecchie ma non costruirne di nuove. Visti tutti gli effetti negativi, le centrali servirebbero solo alle grandi aziende energetiche che manipolano il settore elettrico.
I vari politici presenti hanno ribadito la loro contrarietà al nucleare anche se sono emerse numerose sfumature e contraddizioni specialmente nell’Udc.

“Per uscire dalla crisi – ha detto Salviato – bisogna progettare un nuovo sistema economico”. Se la Cina arrivasse allo stesso livello di sviluppo dell’occidente sarebbe necessaria l’energia di cinque pianeti. Bisogna dunque adottare buone pratiche e green economy “da decenni noi lo stiamo facendo”. Gli 8 miliardi di euro che si spenderebbero per le centrali nucleari dovrebbero essere impiegati per riqualificare il risparmio energetico. “In un anno installando pannelli fotovoltaici ho risparmiato 1000 euro – assicura Salviato – e senza emettere co2”. Da consumatori insomma diventare produttori di energia, questo permetterebbe di creare 20mila posti di lavoro. “Ma per far questo ci vogliono politici che sappiano tradurre il buonsenso (scroscio di applausi, ndr). La lista Idea è nettamente contraria al nucleare e ciò è ben espresso anche all’interno del nostro simbolo”. Il candidato Federico Caracciolo ha illustrato il programma della lista Idea ribadendo il no alle centrali nucleari.

Il dibattito è proseguito in modo molto acceso, il pubblico sembrava a tratti quasi inferocito. La proposta più interessante emersa è la creazione di un parco naturale nella zona dove potrebbe essere costruita la centrale nucleare

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