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Il comitato nasce a seguito della minaccia di un ritorno al nucleare resa effettiva dalla Legge Sviluppo “ Le grandi riforme per rilanciare l’economia del paese” approvata in Luglio 2009 dal Governo. Il vecchio piano CNEN risalente agli anni 80’ prevedeva un sito nucleare a Legnago in località Torretta, e ad oggi mancando una definitiva localizzazione degli impianti, quel piano ritorna tristemente alla ribalta. Ad aggravare quest’ipotesi dobbiamo anche registrare l’intervento del Presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan che ha manifestato quest’estate la disponibilità ad accoglierne una nella nostra Regione. Il comitato si pone come mezzo di contrasto a questa scelta, nel nostro territorio e in tutto il territorio nazionale ribadendo l’importanza di investire nel risparmio energetico, nell’efficienza energetica e nelle fonti di energia rinnovabile in linea con altri paesi europei

mercoledì 3 marzo 2010

COMUNICATO STAMPA


NUCLEARE. LA LEGA È “SCHIAVA DI ROMA”

Il Comitato Antinucleare ha incontrato gli esponenti dell’autonomismo Veneto.
Contradditoria la Lega; nettamente contrario il PNV di Panto; per un referendum regionale
Silvano Polo. Prime crepe fra l’elettorato leghista.
Nei giorni scorsi il Comitato Antinucleare ha incontrato in due diverse occasioni esponenti
dei principali soggetti politici dell’autonomismo veneto: la Lega Nord in un incontro pubblico a
Legnago il 25/2; il PNV di Gianluca Panto e Il Partito dei Veneti di Silvano Polo nel corso
dell’incontro-dibattito pubblico coi candidati presidente il 20/2, ma disertato invece da Luca Zaia.
Differenti le posizioni sul nucleare espresse dai diversi partiti. Netto il no di Gianluca Panto:
- “il veneto è autosufficiente per l’energia elettrica, il nucleare non serve, bisogna pensare a come
cambierà l’economia nei prossimi decenni perché sarà meno energivora”; per Silvano Polo invece: -
siamo contro il nucleare, ma devono essere i Veneti a decidere con un referendum perché non può
essere che la decisione di un referendum abrogativo come quello dell’87 possa essere
arbitrariamente ribaltata dal Governo romano”.
La Lega Nord invece ha confermato ai nostri inviati una grande contraddittorietà: è
favorevole a Roma, sia in Parlamento che al Governo dove siede Luca Zaia; non contraria e quindi
agli effetti pratici favorevole, è a Venezia; mentre invece il candidato di Lega e PDL, in campagna
elettorale ha detto di essere favorevole al nucleare in sé ma contrario nel Veneto (come se gli effetti
di una centrale ad Ostiglia, a Viadana, a Caorso o a Monfalcone, rispettassero i confini regionali).
Messi di fronte a queste contraddizioni evidenziate dai nostri inviati, gli esponenti della
Lega, presente fra gli altri anche Cenci, non hanno trovato di meglio che riversare su di loro una
raffica menzogne e di insulti inconcludenti.
Grande confusione, insomma, utile per rassicurare il proprio popolo; ma in realtà con queste
decisioni la Lega più che “ancella del dio Po” sembra invece essere “schiava di Roma”.
Gli elettori di centro-destra cominciano però a rendersi conto della situazione, come
dimostrano le adesioni trasversali al nostro comitato e le e-mail che riceviamo, come quella
allegata.

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